venerdì 14 agosto 2009

IL GIOCATORE ACCANITO

C’è chi arriva a indebitarsi pur di giocare. Ci si indebita per tante cose. E anche per il gioco. Una volta c’era la convinzione: “È bene accontentarsi di ciò che si ha”. La modernità si basa sul principio opposto: “Non è bene accontentarsi di ciò che si ha”. Quindi cerchi in ogni modo di avere ciò che non hai». E' la società a essere così: è inutile accanirsi su un dettaglio come il superenalotto. C’è ben altro in gioco, un mondo in cui se sei ricco sei un ganzo, se sei povero non vali. È questo il punto su cui battere. Altrimenti è come se, durante un incendio, anziché salvare la casa uno pensasse solo al garage. Il gioco ha delle regole e, una volta stabilite, vanno rispettate. È ciò che lo distingue dalla vita, che è sregolata. Giocare accanito non vuole limiti alla provvidenza, anzi più il montepremi sale più gioca. È come se uno continuasse a trionfare a poker e, all’improvviso, gli dimezzassero la vincita. Non esiste. Nel gioco, in qualunque gioco, la regola è sacra. Anche al superenalotto. Perché anche lì cerchi quello che nella vita non c’è o, comunque, è difficile da individuare: una regola.
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