mercoledì 2 settembre 2009

BUCOLICA

La poesia bucolica, che si fa risalire al poeta greco Teocrito, è una poesia di argomento pastorale (il nome deriva infatti dal termine greco ß??????? (bukòlos), che indica il pastore di buoi), ambientata in un allegro scenario campestre, tra gare canore di pastori. L'argomento privileggiato è l'amore, ma alcuni autori, tra cui Virgilio, la caricano anche di tematiche politiche contemporanee, come ad esempio l'espropriazione delle terre in seguito alla guerra civile. Eppure Virgilio non evita di misurarsi con gli argomenti classici di questo tipo di poesia, tra cui l'amore omosessuale. Questa egloga (la seconda) viene però quasi sempre evitata nell antologie che si fanno studiare al liceo.
Il pastore Coridone ardeva per il bellissimo Alessi, delizia del suo padrone; ma non aveva nessuna speranza. Soltanto si accontentava di venire assiduamente tra i densi faggi, vertici ombrosi; qui solitario, ai monti e alle selve lanciava con vana passione rozzi lamenti: "O crudele Alessi, nulla curi il mio canto?
non hai compassione di me?
Infine mi farai morire. Ora persino i greggi prendono l'ombra e il fresco, ora i roveti nascondono le verdi lucertole; e Tèstili pei mietitori stremati dalla rovente calura pesta l'aglio e il sermollino, erbe dall'acuta fragranza: ma mentre seguo le tue tracce mi accompagna dagli arbusti sotto il sole rovente il canto delle rauche cicale. Non era meglio sopportare le aspre ire di Amarillie i superbi dispregi?
E amare Menalcaben ch'egli fosse scuro e tu di candida pelle?
O fanciullo bellissimo non fidare troppo nel colore: cadono i bianchi ligustri, ma si colgono i foschi giacinti. ...ecc. ....
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