lunedì 31 agosto 2009

Morbidona

Donna dai lineamenti morbidi, una brezza leggera è il tuo respiro e indefinibili racconti le tue storie d'amore.
Hai vissuto cieli azzurri e luce accecante di un sole caldo che ha ritemprato il cuore.
Notti zeppe di stelle e tu luna, hai illuminato il suo cammino.
Canzoni di festa lontane fuochi d' artificio memorabili, ricordi e sogni irrealizzabili.
Attimi di eternità che passano inesorabili.
Parlarti è come perdersi nell'oblio, ascoltarti è per me pura dolcezza.
I tuoi occhi non fanno altro che illuminare il mio cuore, anche se il tempo scorre inesorabile, non me ne accorgo.
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sabato 29 agosto 2009

venerdì 28 agosto 2009

MEDUSA UMORISMO

Il polipo alla medusa:
"Hai sentito che il cavalluccio marino si è iscritto ai giochi olimpici?".
La medusa:
"Ah si, e in che disciplina intende gareggiare?".
Il polipo:
"Nel salto con l'astice....".
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MEDUSA

Medusa la sorella sovrana è una delle figlie di Forco (divinità del mare ), e di Ceto( divinità dell'oceano) nella mitologia greca, l'unica delle tre figlie ad essere mortale.Le altre sorelle sono Steno ed Euriale, tre belle ragazze o tre orribili mostri a seconda delle leggende.
Le tre sorelle sono chiamate Gorgoni.
Secondo la leggenda Poseidone si inamorò di Medusa e la portò con nel tempio di Atena dove la dea si vendicò trasformando i capelli della ragazza in serpenti ed i suoi occhi avrebbero trasformato in pietra chiunque li avesse guardati.
Medusa fu uccisa da Perseo, che protesse il suo sguardo con uno scudo su cui si rifletteva la figura di Medusa, e si avvicinò alle tre sorelle addormentate decapitandola con un colpo di falce.
Dalla testa decapitata di Medusa nacque il mitologico Pegaso e Crisaore.
Pegaso secondo la leggenda potrebbe essere nato dal sangue di Medusa oppure essere fuoriuscito direttamente dal collo reciso di Medusa. La dea Atena utilizzò la testa di Medusa al centro del proprio scudo per pietrificare i suoi nemici, in quanto la testa pietrificava comunque chi la guardava anche se priva del resto del corpo.
Medusa non fu sempre un’orribile megera. Lo divenne per merito di Atena, per scontare una “colpa” che a ben guardare non era neppure tale. Un tempo, la “sovrana” e la “più illustre” delle tre sorelle gorgoni, secondo alcune fonti nipote di Gaia e figlia delle divinità oceaniche Ceto e Forco (o Forcide), era bellissima. Particolarmente belli erano i suoi capelli, addirittura più di quelli di Atena.
Un giorno di Primavera, quando tutta la natura si risveglia alla passione e al desiderio di accoppiarsi, il dio azzurro Poseidone signore del mare, affascinato dalla sua avvenenza la attira a sé e la prende all’interno di un tempio dedicato alla figlia di Zeus. Atena, forse già piccata dalle insinuazioni sui capelli, si offende per l’oltraggio: è lo scontro di due forze agli antipodi, la passione tumultuosa ed irrefrenabile fra due creature di origine acquatica, sensuali ed istintive, contro la castità fredda e cerebrale di Atena, che esige una vendetta feroce ma fredda e precisa. Tramuta dunque la mortale Medusa in una megera dai denti lunghissimi ed affilati come quelli di un cinghiale, rendendo immonda la sua bocca. Gli splendidi capelli si trasformano in un groviglio di serpenti ripugnanti, dalle mani spuntano artigli di bronzo, e gli occhi diventano strumento di morte: chiunque guardi in volto Medusa, verrà trasformato in pietra. La vendetta di Atena è fulminea e categorica, e trasmette i suoi caratteri a Medusa, che a sua volta colpirà le proprie vittime con la stessa fulmineità e categoricità. Ma non basta ancora, Atena vuole andare avanti: ed ecco che si propone di aiutare Perseo ad ucciderla, per andarsene alfine sazia in giro per il mondo a fare la guerra, secondo alcune fonti con lo scudo ornato della testa della nemica, secondo altre con la pelle intera di Medusa, con cui si era costruita l’egida.
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LE MEDUSE

Le meduse sono animali planctonici, in prevalenza marini, appartenenti al phylum dei Cnidari, che assieme agli Ctenofori formavano una volta quelli che erano i Celenterati. Generalmente rappresentano uno stadio del ciclo vitale che si conclude, dopo la riproduzione sessuale, con la formazione di un polipo. Le meduse pungono la pelle dell’uomo grazie a particolari cellule, gli cnidocisti, che, se toccate, estroflettono dei filamenti urticanti che penetrano immediatamente nella pelle. La sostanza urticante in realtà è una miscela di tre proteine a capacità paralizzante, urticante e neurotossica. Subito dopo il contatto si avverte una sensazione di dolore bruciante e poi di prurito. La medusa che più frequentemente possiamo incontrare lungo le coste del Mediterraneo è la Pelagia nucticola, di dieci centimetri di diametro, trasparente o violacea, con lunghi filamenti, spesso presente in branchi. Le meduse del Mediterraneo sono, per buona fortuna, poco pericolose e provocano solo reazioni nel punto di contatto. Tuttavia, capitare in un branco di meduse ed essere colpito su larga superficie del corpo può essere pericoloso.
Il reale pericolo deriva dal panico che segue appena percepito il dolore urente del contatto con le meduse. Occorre ricordare che allo stimolo doloroso il nostro organismo risponde liberando adrenalina che contrasta gli effetti delle tossine della medusa. Non è così per le meduse più velenose come le Sea Wasp australiane, che possono addirittura provocare la morte per arresto respiratorio, aritmia cardiaca o shock in pochi minuti”.
Altre specie che arrivano a lambire le coste della regione sono invece innocue. La "Cotylorhiza tubercolata", per esempio. Molto più visibile della Pelagia, ha un colore marroncino: la si può anche toccare senza conseguenze. Quando ci si trova di fronte a sciami, però, è difficile fare distinzioni: la reazione più comune è tornare sotto l´ombrellone.
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mercoledì 26 agosto 2009

CENNI STORICI: SUL POMODORO

Il pomodoro, come è noto, è originario dell'America Centrale. In Europa è giunto nel '600, inizialmente nella sola Spagna, dove gli fu dato un mero valore ornamentale. Il valore alimentare di questa coltura fu scoperto solo successivamente, secondo alcuni non prima del XVIII secolo, quando venne diffuso nei diversi paesi del Mediterraneo.Secondo alcune testimonianze della tradizione orale si dice che il primo seme di pomodoro sia giunto in Italia intorno al 1770, come dono del Regno del Perù al Regno di Napoli e che sarebbe stato piantato proprio nella zona che corrisponde al comune di San Marzano. Da ciò quindi deriverebbe l'origine di questo famoso pomodoro, che nel tempo,con varie azioni di selezione, ha acquisito le caratteristiche dell'ecotipo attuale. Secondo altre testimonianze però, solo nel 1902 si ha la prova certa della presenza, tra Nocera, S. Marzano e Sarno, del famoso ecotipo.Delizia dei buongustai, profumo delle domeniche e delle feste comandate, scandite dal rosso sugo che copriva il bianco della pasta di Gragnano e di Torre Annunziata, il San Marzano assunse grande apprezzamento dal punto di vista gastronomico verso l’inizio del ‘900, quando sorsero le prime industrie di conservazione, ad opera di Francesco Cirio, che producevano il famoso “pelato” da salsa.In un recente passato il S. Marzano era detto anche “oro rosso” per il valore economico che era riuscito ad assumere per gli agricoltori dell'agro sarnese-nocerino.Negli anni Ottanta la coltura ha subito una drastica riduzione, sia in termini di superfici che di produzione, per motivi fitosanitari ma anche economici (con riferimento soprattutto all’onerosa tecnica colturale), ma l'azione di recupero, di conservazione delle linee genetiche pure e di miglioramento avviata dalla Regione Campania e oggi consolidata dal Consorzio di tutela, ne ha consentito la salvaguardia e il suo rilancio su base internazionale.Infatti, il pomodoro S. Marzano DOP sta assistendo ad una nuova stagione di rinascita e oggi viene richiesto non solo in Europa e in America, ma anche in altri continenti, dove va espandendosi grazie anche al crescente successo della “dieta mediterranea”. ...continua a leggere

POMODORO SAN MARZANO

Il pomodoro San Marzano è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per le sue caratteristiche, che vengono esaltate dalla trasformazione in “pelato”. La presenza di una serie di fattori concomitanti quali: il clima mediterraneo e il suolo estremamente fertile e di ottima struttura, l’abilità e l’esperienza acquisita dagli agricoltori dell’area di produzione nel corso dei decenni, ha contribuito al suo successo nel mondo, coronato, nel 1996, dal riconoscimento dell’Unione Europea come D.O.P.Le caratteristiche intrinseche che hanno esaltato il prodotto, favorendone così la sua conoscenza e il suo consumo sono: sapore tipicamente agrodolce, forma allungata della bacca con depressioni longitudinali parallele, colore rosso vivo, scarsa presenza di semi e di fibre placentari, buccia di colore rosso vivo e di facile pelabilità. Queste, insieme alle caratteristiche chimico-fisiche, lo rendono inconfondibile, sia allo stato fresco che trasformato. La denominazione di origine protetta designa esclusivamente il prodotto “pelato” (alla UE è in istruttoria la proposta del Consorzio di tutela di ammettere nel disciplinare, oltre al “pelato intero” anche la tipologia “pelato a filetti”), proveniente dalla lavorazione dei frutti appartenenti all’ecotipo San Marzano o a linee migliorate di esso. Il prodotto immesso al consumo deve presentare caratteristiche tecnologiche ben precise: colore rosso uniforme con rapporto colorimetrico a/b non inferiore a 2,2; forma allungata e parallelepipeda, con lunghezza da 60 a 80 millimetri; assenza di sapori e odori estranei; peso dello sgocciolato non inferiore al 65% del peso netto; residuo rifrattometrico non inferiore al 4%; pH tra 4,2 e 4,5. E’ consentita l’aggiunta di sale (max 3% del p.n.), foglie di basilico, succo di pomodoro semi-concentrato (ma esclusivamente di S. Marzano).La tecnica colturale del prodotto fresco prevede l’allevamento di tipo verticale delle piante con l’uso di sostegni, rispettando così la tradizione secolare, anche se, per l’elevato numero di ore di manodopera richieste, tale tecnica incide fortemente sui costi di produzione.
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BARZELLETTA: BELLI POMODORINI

E' l'alba, il sole sbuca da dietro la collina, ed il primo raggio colpisce un pomodoro...Il pomodorino si sveglia e canta:
“Noi siam belli pomodorini, noi siam belli pomodorini!!!” così cantano i pomodorini, quando alla mattina si svegliano al sole d'estate.
Ma è presto, molto presto.Così la cacca che vive nello stesso campo dei pomodorini si lamenta.“Lasciatemi dormire, è prestissimo...”
Ma i pomodorini non le danno retta e anzi la tacciano di invidia ... “è perché sei brutta e puzzolente che sei così antipatica! ...guarda noi come siamo belli e profumati e succosi, invece!”
La storia va avanti così per un mese.Tutte le mattine “ma che belli pomodorini siamo, ma che belli pomodorini siamo...” canticchiano in coro i rossi Pachino, a ore invereconde.
Dopo un mese, la cacca stufa decide di svegliarsi prima dei pomodorini.
E si mette a cantare. Fortissimo.
“Io sono un bel pomodorino, io sono un bel pomodorino...”
Tutti i pomodorini si svegliano tutti di soprassalto.
” ...ma cosa canti brutta cacca??? Noi siamo belli pomodorini, tu sei solo una cacca!!!!” si lamentano irritati..
La cacca li guarda, dall’alto della sua "merdità" e risponde:
“Voi avete fatto gli stronzi per un mese, io non posso fare il pomodorino per un giorno?”...
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martedì 25 agosto 2009

GELATO

Storia complessa rintracciare le origini del gelato. Di certo sappiamo che la refrigerazione di sostanze dolci, succhi di frutta, viene praticata fin dall' antichità da diversi popoli e persone di ogni estrazione sociale, sopratutto in Asia Minore. ... Origini antiche
Per la storia del gelato si può risalire fino ad Isacco che offrì ad Abramo latte di capra misto a neve, così riporta la Bibbia - dicendogli "MANGIA e BEVI: il sole è ardente e così puoi rinfrescarti." Possiamo dedurre che si trattasse di latte ghiacciato tipo sorbetto...
Daltronde alcuni interpreti di vecchie scritture, anche se con qualche riserva, affermano che gia nella Palestina, durante la raccolta del grano, i padroni facevano distribuire ai servi dei pezzi di neve, che a quel tempo, come nei periodi successivi, veniva raccolta e compressa d' inverno in apposite costruzioni perchè durasse fino all'estate. Quando la neve non c'era, l' uomo riusciva comunque a "fabbricare" il ghiaccio. Aveva scoperto il sistema per ottenerlo: riscaldava l' acqua e successivamente la portava in sotterranei freddissimi, dove il vapore acqueo gelava sulla roccia. Oriente e EgittoIn Oriente ed Egitto i Faraoni offrivano agli ospiti calici d' argento divisi a metà, una piena di neve e l' altra di succhi di frutta.Alessandro MagnoUna tradizione storica racconta che re Salomone era un grande consumatore di bevande ghiacciate e che Alessandro Magno, durante le sue campagne in India, pretendesse un continuo rifornimento di neve da consumare mescolata a miele e frutta... I Romani e il GelatoQuando poi i romani occuparono la Grecia, impararono ad utilizzare la neve e il ghiaccio per consumo alimentare e per raffreddare le vivande. Una vecchia ricetta tramandataci da Plinio il vecchio , ci fa capire quando già tra i romani fosse vicino il concetto di sorbetto , infatti essi mescolavano ghiaccio tritato finemente e miele ad un’altra porzione di ghiaccio mescolato con succo di frutta, in modo da realizzare una specie di crema ghiacciata. Nell’ antica Roma il piacere di consumare bevande mescolate a neve e ghiaccio non era solo privilegio dei ricchi, poiché anche il popolo aveva la possibilità di degustare bevande ghiacciate.A Roma scopriamo la prima ricetta di una specie di gelato, autore il generale Quinto Fabio Massimo, che diventò subito molto popolare.A Roma la neve veniva portata dal Terminillo ma anche per nave dall' Etna e dal Vesuvio, due immense riserve che fornirono per secoli un fiorente commercio fornendo la materia prima ai popolari "Thermopolia" disseminati lungo le strade, sempre affollati di viandanti accaldati, ed ai palazzi imperiali. Nerone avrebbe fatto indigestione di neve come Elogabalo, alla cui Corte si consumavano enormi quantità di bevande ghiacciate. Le invasioni Barbariche e Il Medioevo ... il Gelato e l'OrienteCon la caduta dell'Impero Romano e la venuta del Medio Evo si persero tante (o forse tutte) di quelle raffinatezze che erano state fino ad allora patrimonio comune di molti popoli.Anche i gelati sparirono, ma non in Oriente, dove l' "invenzione delle bevande fredde continuava a perfezionarsi. Sembra che fosse stato un discepolo di Maometto a scoprire il sistema per congelare i succhi di frutta, mettendoli in recipienti, che venivano a loro volta immersi in altri riempiti di ghiaccio tritato. Sistema questo, che con più accurati accorgimenti è rimasto per tanti secoli, fino all' invezione dei frigoriferi,come base per la preparazione dei gelati. Dall'Oriente, il gelato, al quel punto sconosciuto in Europa, cominciò nuovamente a diffondersi. Gli Arabi riportarono a noi questa tradizione che ripartì dalla Sicilia, e venne chiamato sorbetto, dalla voce araba scherbet (dolce neve), o secondo altri, da sharber (sorbire) da cui deriverebbe, tramite la lingua turca, il vocabolo chorbet, cioè sorbetto.Dagli Arabi agli ItalianiIl gelato riapparve in forme piu raffinate e leggere, inventate dagli Arabi, che avevano intanto scoperto l' uso e quindi l' aggiunta dello zucchero e di nuovi succhi di frutta, tra cui primeggiarono quelli degli agrumi.La fantasia orientale, nella Sicilia ricca di frutta e di neve si esaltò e fece scuola. Nelle regioni piu a nord i Crociati, ritornando dalla guerra Santa, portarono preziose ricette, e il "gelato" cominciò a riapparire come nuova scoperta alla tavola dei ricchi.A Venezia venne portato invece da Marco Polo con nuovi suggerimenti per la refrigerazione, non più con la neve, ma mescolando acqua e salnitro. Ma la vera diffusione del "gelato" in Europa partì però dalla Sicilia, dove i gelatai che impararono dai Mussulmani, e che perfezionarono le ricette con la loro inventiva, cominciarono a portare il gelato a Napoli, poi Firenze, Milano, Venezia. Poi sempre più sù, in Francia, Germania, Inghilterra mentre in Spagna il "sorbetto" si diffondeva tramite i rapporti commerciali del Portogallo con i popoli delle Indie . I Gelatai ItalianiXVI secolo, il Rinascimento, ecco i nomi che faranno la storia del gelato Italiano. Ruggeri, pollivendolo e cuoco a tempo perso, concorrente inatteso e snobbato da tutti gli altri cuochi partecipanti ad una gara alla Corte dei Medici, fra i piu bravi della Toscana, con tema: "il piatto piu singolare che si fosse mai visto". Ruggeri timido ed imbarazzato chiese di prendere parte alla competizione. Avrebbe preparato un dolcetto gelato con delle ricette quasi dimenticate e con un pizzico di fantasia. Con il suo "sorbetto" conquisto i giudici: "Non abbiamo mai assaggiato un dolce così squisito". E così, vincitore, diventò famoso in tutta la regione, e ricercato ovunque.Caterina de Medici, dovendo partire per sposare Enrico, duca d' Orléans e futuro Re di Francia, espresse il desiderio di portare con sé, oltre a cuochi e pasticcieri, l' unico italiano, diceva lei, in grado di umiliare i francesi, almeno in cucina. Ruggeri, che nel frattempo era tirato in ballo ovunque per i pranzi dei personaggi più famosi dell' epoca, venne "prelevato" dai soldati e caricato sulla nave. A Marsiglia, al banchetto di nozze, fece conoscere dai francesi il suo gelato, la ricetta di: "ghiaccio all' acqua inzuccherata e profumata".Era il 1533 e lui ricevette l' ordine di dare libero sfogo alla sua fantasia, in modo da stupire gli ospiti dei banchetti reali . Fu così, con la sua ricetta, ancora segreta che cominciò a dare delle forme al gelato e creare veri e propri monumenti, in miniatura. Caterina rifiutò ogni regalo od offerta di denaro pur di tenersi stretto il buon Ruggeri, ma per lui la fama diventò l' inferno ! Venne odiato da tutti i cuochi della capitale, fu boicottato in ogni modo, ed una sera addirittura aggredito, derubato e bastonato! Chiuse in una busta la ricetta della sua invenzione e la fece rcapitare a Caterina, con questo messaggio di congedo: "con il vostro permesso ritorno ai miei polli, sperando che la gente mi lasci finalmente in pace e, dimenticandosi di me, si accontenti soltanto di gustare il mio gelato".Cuochi e pasticcieri al seguito di Caterina de' Medici si trovarono così la fortuna di diffondere il gelato in tutta la Francia. Sempre a Firenze nel Cinquecento, Bernardo Buontalenti famoso architetto, pittore e scultore, aveva l' hobby della cucina e di conseguenza arrivò al gelato. L' occasione gli giunse quando ricevette l' incarico di organizzare sontuose feste, che avrebbero dovuto a lasciare a bocca aperta italiani e stranieri. Ovviamente i banchetti avevano un ruolo importante e Buontalenti presentò i suoi "favolosi dolci ghiacciati", nati da elaborazioni personali e certamente superiori ai gelati fino ad allora prodotti. Erano a base di zabaglione e frutta, ebbero un successo strepitoso, e le sue ricette partirono da Firenze diffondendo in breve tempo il gelato in tutta Europa e non solo. Il gelato come "businnes" deve invece le sue origini a Francesco Procopio dei Coltelli. Secondo alcuni palermitano, secondo altri (ipotesi più probabile) di Acitrezza, paese di pescatori a nord di CataniaProcopio utilizzò un' invenzione del nonno Francesco, un pescatore che nei momenti di libertà si dedicava all' invenzione di una macchina per la produzione di gelato, la quale ne perfezionasse la qualità fino ad allora esistente. Un giorno riuscì nel suo intento, ma ormai anziano decise di lasciarla in eredità al nipote. Procopio, tempo dopo, stanco della vita da pescatore prese la sua macchinetta e comincò a studiarla, fece diverse prove e alla fine decise di partire in cerca di avventura. Arrivò dopo tanti insuccessi, e successivi perfezionamenti fino a Parigi. Scoprendo l' uso dello zucchero al posto del miele e il sale mischiato con il ghiaccio per farlo durare di più fece un salto di qualità e venne accolto dai parigini come geniale inventore. Moprì nel 1686 un locale, il "Café Procope". Dopo poco, dato l' enorme successo ottenuto, si spostò in una nuova e più grande sede (oggi in rue de l' Ancienne Comédie), di fronte alla "Comédie Française". Quel "Café" offriva: "acque gelate", (la granita), gelati di frutta, "fiori d anice", "fiori di cannella", "frangipane", "gelato al succo di limone", "gelato al succo d'arancio", "sorbetto di fragola", in una "patente reale" (una concessione) con cui Luigi XIV aveva dato a Procopio l' esclusiva di quei dolci. Diventò il più famoso punto d' incontro francese. Voltaire, Napoleone, George Sand, Balzac, Victor Hugo frequentavano quel "Café", ancora oggi uno dei vanti di Parigi. Dunque la diffusione su scala "industriale" del gelato nel mondo partì dalla sicilia. Nel 1750 c.ca , un nobile, Patrick Brydone, scozzese, scrivera: "L' Etna fornisce neve e ghiaccio non solo a tutta la Sicilia ma anche a Malta e a gran parte dell' Italia, creando così un commercio molto considerevole. In queste contrade arse dal sole, persino i contadini si godono dei bei gelati durante i calori estivi, e non vi è ricevimento dato dalla nobiltà in cui i gelati non abbiano una parte di primo piano: una carestia di neve, dicono i siciliani, sarebbe piu penosa che una carestia di grano o di vino. E si sente dire spesso che senza le nevi dell'Etna l' isola non sarebbe abitabile, essendo giunti al punto di non poter piu fare a meno di quello che in realtà è un lusso".
Liberamente tratto da: Luca Caviezel: "Scienza e tecnologia del gelato artigianale" - Chiriotti editore ... continua a leggere

lunedì 24 agosto 2009

STORIA DELLE MUTANDE

Se non hai il sedere "A MELENZANA", e vuoi sapere tutto sulle mutandine che puoi indossare, ecco cosa ho letto nella rete per quanto riguarda la storia delle mutande:
"""L'uso di indumenti che coprissero la parte intima risale addirittura alla preistoria. Ai tempi dell'antica Grecia si usavano strisce di tele cinte ai fianchi e passanti sotto che assomigliavano più ai moderni perizomi che a mutande vere e proprie. Le mutande sono state per lungo tempo usate solo per la protezione e per la salute di parti intime.
Nel medioevo venne inventata la tanto famigerata cintura di castità, una mutanda in ferro per proteggere le donne da altri rapporti con uomini durante l'assenza dei mariti che erano in guerra, ma furono indossate anche a protezione di eventuali molestie sessuali. Durante il medioevo le mutande non ebbero molta fortuna, considerate dall'inquisizione un indumento satanico.
Verso il 1600 l'uso delle mutande venne reso obbligatorio a causa delle continue provocazioni per l'uomo e della poca igienicità, poi nel 1700, epoca di grandi seduttori come Casanova , le mutande divennero per la prima volta nella storia oggetto di gioco e seduzione. Purtroppo nel 1800 epoca di una società sottoposta a giudizio della chiesa e di pensieri bigotti, le mutande furono relegate nuovamente alla condizione di indumento di perdizione.
Bisogna arrivare fino al 1900 perchè le mutande avessero il suo riscatto.
Da mutande solo e esclusivamente bianche del passato si iniziarono a produrre mutande nere e poi anche colorate, con fiori e fantasie, poi la grande ascesa nell'olimpo della Lingerie femmile non più come indumento di ritenzione e igienicità ma anche come parte dell'intimo seducente. Ben presto la mutanda si accorciava man mano che la moda, come la minigonna ne richiedeva un ridimensionamento.
Dalla mutanda derivò lo slip, mutanda sgambata con pannello posteriore più grande del pannello davanti e poi la culotte che all'inizio era come uno short e poi si ridusse ad arrivare appena all'inizio dei glutei. Il perizoma con un pannello posterirore più piccolo del pannello davanti . Il tanga con il pannello anteriore e dietro solo una sottile striscia che si unisce alla cintura in vita. Ultima generazione sono i micro string, praticamente un minuscolo pannello anteriore e un filo o striscia sottile. Molte le decorazione in uso nei tanga e nei perizomi dove con l'imposizione della moda dei pantaloni a vita bassa il perizoma o il tanga, ma addirittura anche lo slip assumono un ruolo importante nella moda. Esistono slip e culotte in materiale tagliati al laser senza cuciture da indossare sotto vestiti leggeri senza far trasparire niente.
Le varianti nell'estetica dei perizomi dei tanga delle culotte e degli slip sono vastissime, applicazioni di strass, piume e pizzi, uso di catenelle e molti altri materiali che prima non si usavano nell'intimo femminile. Il mercato sforna giornalmente nuovi modelli , colori , materiali, si dal comune cotone alla seta ai tessuti sintetici a quelli di lino, da semplici strisce di perle fino al vinile.
Il perizoma o tanga ormai entrato nel costume moderno ha soppiantato le vecchie mutande della nonna, ma ultimamente c'è un ritorno alla culotte, capo in passato considerato poco sexy ma che adesso viene rivalutato con nuovi tagli, stringhe e preziosi, ritagliato appena sopra le natiche lo rendono sexy e provocante al pari del perizoma e del tanga. """ ... continua a leggere

sabato 22 agosto 2009

DESIDERIO: SOLO UNA RIFLESSIONE

Spesso rifletto sul desiderio di un'amicizia sincera. Penso e ripenso, m'interrogo se sia un sentimento speciale che possa ancora trovare terreno fertile in questo mondo di oggi. In un mondo arido, vuoto di ideali, piattamente concreto, come il nostro.La parola amicizia ha perso il suo originario significato. Chiamiamo amico anche un perfetto sconosciuto con cui abbiamo scambiato parole superficiali o semplice messaggi nella "rete internet", vuote parole per riempire un silenzio. Un bisogno di non sentirsi soli. Avete notato il modo in cui ti guardano certi "amici" se ti discosti dai soliti temi ridanciani, o dagli argomenti sportivi?
Un velo di disagio scende nei loro occhi , quasi tentassi di sondare un'intimità che deve rimanere celata. Non siamo più abituati a condividere discorsi che investono la sfera intima. A raccontarci, spogli dalle maschere che indossiamo per nascondere la nostra fragilità.Affidare il proprio "io" più vero, ma proprio per questo più vulnerabile, ad un'altra persona, può essere difficile, ma anche emotivamente stimolante, perchè l'amico ci rivela a noi stessi; nei suoi occhi si riflette la nostra immagine. Il desiderio di non essere soli ci spinge a chiamare amico anche la persona virtuale di cui ignoriamo l'esistenza.
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DESIDERIO: LA VENA POETICA

In queste notti calde d' estate che nulla muove oltre il respiro sussurrato dei baci, il tuo desiderio è un sogno nelle mie mani.
I tuoi occhi sorridono, tu sei venuta dall'azzurro del mare, dalla brezza marina che avvolge l' anima e il corpo.
Carezze perdute, desideri nascosti, sino a che l' arida mente come la buia notte porti un soffio di speranza.
Tu vivi e sei viva, tu vivi e desideri, il sogno che esisti è vero.
Ti ho sempre cercata sopra le nuvole, ma ora ti stringo per dirti che i sogni son belli come frammenti di cielo.
E il desiderio di te non mi abbandona mai, vorrei stringerti forte sopra il mio cuore.
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DESIDERIO: IL FARO DELLA VITA

Il tuo cuore è un gabbiano che vola libero nei cieli della vita. Lascialo andare senza paura, ti saprà condurre alla felicità. Un amico è come un faro. Se non vedi la luce di un faro... cercalo sempre.
Nei momenti Importanti è meglio avere un faro...
nei momenti Bui è assolutamente necessario...
nei momenti Felici l'abbiamo fra le braccia...
nei momenti Tristi chiudiamo gli occhi e non lo vediamo...
nei momenti Silenziosi vediamo la sua luce...
nei momenti Allegri sentiamo il suo calore...
nei momenti Nostalgici sentiamo la sua mancanza...
nei momenti d'Attesa lo cerchiamo con ansia...
nei momenti di Distrazione lo perdiamo di vista...
nei momenti di Rabbia lo abbiamo perduto...
nei momenti di Passione lo sentiamo forte...
nei momenti di Abbandono ci rassicura...
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domenica 16 agosto 2009

SORRIDI ALL'AMORE

Due giovani sposi stanno giocando a golf, quando durante un tiro di avvicinamento ad una buca la moglie sbaglia completamente il colpo e manda la palla a rompere il vetro di una villa lì vicino. Preoccupati i due si avvicinano con cautela alla casa e rimangono stupiti di quanto sia bella. Intimoriti per il danno che la palla potrebbe avere provocato e preoccupati per un eventuale risarcimento, decidono comunque di suonare alla porta. Non avendo risposta e notato che l'uscio è aperto, lo varcano piano piano. Entrati nello splendido salone notano una antica bottiglia rotta vicino alla finestra. All'improvviso un distinto signore di mezza età, vestito in modo molto arabeggiante, si presenta loro dicendo:- Grazie per avermi liberato. Erano 5000 anni che vivevo rinchiuso in quella bottiglia. Ora posso esaudire tre desideri: due li lascio a voi, uno a testa, ma il terzo spetta a me!Il marito senza neanche pensarci dice:- Voglio uno stipendio da 100.000 euro al mese per il resto della vita!La moglie:- Voglio una casa di mia proprietà in ogni stato del mondo!Ed il genio:- E sia! Il mio desiderio invece è quello di fare sesso con la signora... sapete com'è... dopo 5000 anni di astinenza...Marito e moglie convengono che con tutto quello che ci guadagnano, vale la pena di sacrificarsi un po', così lei si apparta con il genio...Due ore dopo, finito il tutto, il genio, accesa la sigaretta comodamente adagiato tra le lenzuola, si rivolge alla donna:- Quanti anni ha tuo marito?- 35... perché?- E tu?- 33, ma perché?- Non vi sembra che alla vostra età sia il caso di smettere di credere ai geni delle bottiglie?
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IL RISPETTO DELLA DONNA.

Metti al centro delle tue attenzioni l’altro sesso, con stima e rispetto.Senza rispetto non può esistere l’amore. La prima persona che bisogna rispettare è se stessi. Il primo passo per imparare a rispettare se stessi è chiedersi: "Che cosa rispetto di me stesso?". Per imparare a rispettare gli altri è necessario chiedersi: "Sono capace di rispettare quella donna?".
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LA FIDUCIA NELLA TUA COMPAGNA.

Impara a vivere in due, la fiducia è essenziale in qualsiasi relazione affettiva. Senza di essa si diventa sospettosi, ansiosi e timorosi e si tende a soffocare il partner. Non è possibile amare incondizionatamente una persona se non si ha completa fiducia in lei. E' necessario comportarsi con la certezza che la relazione con la persona che si ama non finirà mai. Per capire se una persona è quella giusta è necessario chiedersi se si ha totale fiducia in lei. Dare fiducia per riceverla. ...continua a leggere

COMUNICARE CON GLI OCCHI.

L’amore è un frutto che matura lentamente diceva Aristotele. Solo guardandosi fissi negli occhi, specchio della nostra anima, imparando a comunicare apertamente e sinceramente, la vita cambia. Amare significa comunicare i sentimenti del proprio amore oltre che verbalmente anche con lo sguardo. Esprimi apertamente il tuo affetto, non avere mai paura di dire "TI AMO", lascia sempre la persona che ami con una parola affettuosa e un tenero sorriso.
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IL DONARE CON IL CUORE.

Ama l’altro con tutto il cuore, con generosità. Più amore si dona e più amore si riceve. Penso che amare significa donare se stessi liberamente e pienamente. Prima di impegnarsi in una storia d'amore, non chiedersi che cosa la propria compagna potrà offrirci, ma ciò che si potrà donare a lei. ...continua a leggere

L'AMICIZIA INCONDIZIONATA.

Non bruciare l’amore verde, giovanile, per trovare il vero amore è prima necessario trovare un vero amica, una persona di cui fidarsi. Amare non significa solo guardarsi romanticamente negli occhi, ma guardare nella stessa direzione. Per amare totalmente bisogna amare il proprio partner per quello che è, non per quello che appare ai nostri occhi.
L’amicizia è il terreno fertile sul quale cresce il seme dell’amore. ...continua a leggere

IL PENSIERO PER L'ALTRO SESSO.

L’amore non è solo una scelta unilaterale, l’amore inizia nella mente. L’uomo diventa ciò che pensa. I Pensieri d’amore creano esperienze d’amore e rapporti fondati sull’affetto. Se si desidera amare un altro individuo è necessario tenere in considerazione le sue necessità e i suoi desideri e sforzarsi di capire i suoi pensieri. Pensare a come deve essere il proprio partner ideale aiuta a riconoscerlo quando lo si incontra. ...continua a leggere

venerdì 14 agosto 2009

I NUMERI VINCENTI

Ecco la mia previsione per il Superenalotto:

16 - 29 - 54 - 61 - 78 - 87

giocatela bene...
scommetto che vince :-)
...e non dimenticatevi del Grillo Parlante
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STASERA GIOCO AL SUPERENALOTTO

Sto cercando prepotentemente di vincere al superenalotto. Sia chiaro che il mio prepotentemente si quantifica in tre euro a settimana, che già son tanti che ci potrei comprare quanti ghiaccioli?.. mangiarli tutti in un giorno, e farmi venire sia carie che mal di pancia.Che poi alla fine li spendo, quei tre euro, per poter dire, se vinco farò questo o farò quello. Mi prendo una casa in riva al mare.Mi lancio in parapendio dal Pirellone vestito da superman. Faccio i crash test con il maserati del vicino. Organizzo una bella battaglia navale cruenta in piazza Navona come si faceva ai bei tempi.
Scapperei su un'isola deserta o mi ubriacherei...
Ma poi chi non gioca non vince, quindi corro a giocare solo un euro al superenalotto.
Ma voi che fareste con tutti questi soldi della vincita?
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CHI VINCE DI SICURO E' LO STATO

Pensate solo che ogni estrazione del superenalotto lo stato incassa circa 90 milioni di euro, quindi fatevi due conti tre giocate a settimana sono 270 milioni di euro per 4 settimane al mese 1 miliardo e 80 milioni al mese, in un anno sono 13 miliardi di euro circa. In un anno lo stato distribuisce circa 250 milioni di euro di premi, con ciò cosa voglio dire gli altri 12 miliardi è mezzo di euro che fine fanno ???.
Semplicemente sei tu che non sai le regole.
Dal 1° Luglio vengono estratti a parte, non vengono più presi dalle ruote del lotto.
Con tutti i soldi che incassa lo stato con il superenalotto si potrebbe risanare il bilancio dello stato non credi?
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NON SARA' MICA UNA TRUFFA QUESTO SUPERENALOTTO?

Secondo voi potrebbe essere una grossa truffa questo supernalotto?.
Hanno comunicato a cose fatte che le estrazioni da luglio 2009 sono fatte a casa Sisal direttamente. E guarda caso nel bel mezzo di un jackpot di enormi proporzioni. Infischiandosene dei numeri del lotto. Sembra che abbiano litigato con la lottomatica. Se prima chi giocava, specialmente i sistemisti, poteva basarsi sulla statistica dei numeri in ritardo o altri operazioni matematiche, per gioco comunque, oggi tutto è casuale. Figuriamoci con i programmi e i computer che esistono oggi capaci di fare miliardi di calcoli in un secondo se non possono tenere d'occhio le giocate in tempo reale e decidere dove, come e quante vincite distribuire?
Prima o poi qualcuno parlerà e sarà l'ennesima truffa all'Italiana. Ci hanno tolto anche questo piccolo sogno. Hanno cambiato il meccanismo di determinazione della sestina, in ogni caso la cosa puzza di truffa.
Cosa ne pensate? ...continua a leggere

IL GIOCATORE ACCANITO

C’è chi arriva a indebitarsi pur di giocare. Ci si indebita per tante cose. E anche per il gioco. Una volta c’era la convinzione: “È bene accontentarsi di ciò che si ha”. La modernità si basa sul principio opposto: “Non è bene accontentarsi di ciò che si ha”. Quindi cerchi in ogni modo di avere ciò che non hai». E' la società a essere così: è inutile accanirsi su un dettaglio come il superenalotto. C’è ben altro in gioco, un mondo in cui se sei ricco sei un ganzo, se sei povero non vali. È questo il punto su cui battere. Altrimenti è come se, durante un incendio, anziché salvare la casa uno pensasse solo al garage. Il gioco ha delle regole e, una volta stabilite, vanno rispettate. È ciò che lo distingue dalla vita, che è sregolata. Giocare accanito non vuole limiti alla provvidenza, anzi più il montepremi sale più gioca. È come se uno continuasse a trionfare a poker e, all’improvviso, gli dimezzassero la vincita. Non esiste. Nel gioco, in qualunque gioco, la regola è sacra. Anche al superenalotto. Perché anche lì cerchi quello che nella vita non c’è o, comunque, è difficile da individuare: una regola.
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SCANDOLASAMENTE SUPERENALOTTO

Il jackpot del superenalotto è ormai arrivato ad una cifra record e i vescovi hanno proposto di porre un tetto. Potrebbe essere una buona idea? Penso che giochi come il superenalotto e le lotterie siano truffe ai danni dei cittadini. Perchè esi sono come una tassa in più: per uno che vince, tutti gli altri perdono. E intanto l’erario intasca milioni di euro a settimana. Comunque questi giochi esistono da che mondo è mondo. Tentare la sorte è un’esigenza dell’animo umano: non toglierei questa speranza a nessuno, seppur improbabile. Non si dice di abolire il superenalotto, solo di «congelare» una cifra che continua a salire e spinge molti perfino a indebitarsi o gente venire dall'estero a tentare "la dea bendata". Il superenalotto vi piace. Perché? Il poker con gli amici è bellissimo, ma è un gioco alla pari: vincere o perdere dipende solo da te. E di sicuro è più divertente che mettere sei numeri in fila. Ma il superenalotto è come il 13 al Totocalcio: sono i giochi dei poveri, esistono da sempre. Almeno dal medioevo ad oggi. E non è cambiato nulla da allora. Oggi la spinta a giocare è aumentata moltissimo: la vita è così avvilente, è ovvio che il desiderio di tentare la fortuna sia aumentato. Non è che in altri secoli se la passassero a meraviglia. Ma dal punto di vista del disagio psichico ed esistenziale la nostra epoca non ha uguali. E poi oggi la convinzione è che chi è ricco sia baciato dagli dèi; e che chi è povero sia un asino, un cretino. Non esiste più il povero ma felice: oggi il povero è infelice, punto e basta. Trovo semplicemente scandaloso la vicinta di somme così esagerate. Avete qualche proposta in merito?
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sabato 8 agosto 2009

BARZELLETTA: IL PROF. DALL'OCCHIO FURBETTO

Il professore dall'occhio furbetto annuncia per il giorno successivo l'ultimo e determinante compito in classe.
- ... E ricordate, non sarà ammessa alcuna giustificazione né assenza, per nessunissima ragione!
Il solito spiritosone ribatte:
- Neanche per esaurimento sessuale?
Il professore gli getta uno sguardo di compassione e replica:
- Non sarebbe una scusa.
Potresti sempre scrivere con l'altra mano.
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OCCHIO DI HORUS

L'occhio di Horus è una delle rapresentazioni che piu si adattano al mito della Fenice, in quanto la leggenda egiziana racconta che l'occhio stesso rappresenti una delle parti di Osiride,ossia il suo Occhio,il quale è solo uno delle tante membra che Seth, il dio delle tenebre aveva disperso e fatto a brandelli.Iside, venuto a sapere dello smembramento di Osiride, decise di rimetterne insieme tutti i pezzi,per poterne dare nuova vita.Vita che prima della riunificazione del corpo viveva nel buio di Seth e che per merito della luce ha potuto ritornare a rivivere.Per questa ragione l'occhio di Horus diventa sia un simbolo di rinascita,da cui il parallelismo con il simbolo di Atef,ossia la Fenice,e sia un simbolo di luce,luce che esce da esso e che rappresenta,in questo contesto, l'espressione dell'ispirazione umana.Difatti l'occhio di Horus ,e quindi di Ra, viene, in alcuni casi,raffigurato come un Sole da cui fuori escono dei raggi (Come quelli del Dio Aton) che vanno a finire in un vaso in cui è raffigurato un volto umano,in cui il vaso stesso rappresenta la mente umana che si riempie dell'ispirtazione di questi raggi. L'occhio di horus o come lo traducono i Greci in Horo, è divenuto successivamente anche il simbolo di un altro valore che troviamo nella tradizione cinese con il simbolo del Tao (Per via della forma a cerchio che assomiglia all'iride umano). Rappresenterebbe la dualità della vita,in quanto gli occhi sono due, difatti, in alcuni cartigli e in alcune rappresentazioni di questo mito lo troviamo sempre sopra delle immagini duplicate,per dare quindi una valenza in più a quella duplicatrice di questo simbolo, che viene anche rappresentato come una sorta di serpente che esce dalla testa,e che in alcuni casi è il simbolo del terzo occhio. Naturalmente il simbolismo di questo occhio è vario,in alcuni casi è la rappresentazione dell'anima,in altri casi è il falco che è rappresentato sia nei cartigli egiziani che nell'espressione dell'aquila Apocalittica della bibbia,e per quanto riguarda il mio simbolo,cioè la Fenice, che adoro alla follia, sarebbe anche la sede dove si nasconde la Fenice stessa prima della sua Rinascita, praticamente il suo nido.Spero di essermi ricordato tutto anche se penso che ci sia anche dell'altro. Uno dei tanti aspetti dell'occhio di Horus e la moltiplicità e non la fissità, in quanto l'occhio significa anche questo, e il tatuaggio nel suo contesto, potrebbe essere inopportuno, perchè egli è l'essenza stessa da cui nascono i sogni,e questi sono dentro di noi e non fuori di noi fermi nella forma del suo occhio tatuata, che muta in continuazione.
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L'OCCHIO DEL CICLONE

Un uragano e' una violenta tempesta che si forma da una circolazione ciclonica sopra un oceano tropicale, con venti che superano i 137 Km/h i quali ruotano intorno ad un’area centrale di bassa pressione denominata occhio, dove i fenomeni sono nulli e la nuvolosita' si presenta scarsa. Tale movimento intorno all’ occhio del ciclone avviene in senso antiorario nell’emisfero Boreale ed orario nell’emisfero Australe.
In inglese il termine uragano si traduce in HURRICANE, che sembra derivare da hurican, il Dio caraibico del male.
Convenzionalmente si definisce uragano: una tempesta in cui la velocita' del vento raggiunge almeno i 64 nodi (circa 120 Km/h essendo 1 nodo = 1,852 Km/h).
A seconda della velocita' del vento tale circolazione ciclonica viene cosi definita e classificata:- PERTURBAZIONE TROPICALE ( tropical disturbance )Costituita da un’area con presenza di violenti temporali in spostamento dalle zone tropicali verso le coste. - DEPRESSIONE TROPICALE ( tropical depression )Circolazione rotatoria con venti costanti la cui velocita' di superficie (sustained surface winds, ovvero i venti che interessano la zona immediatamente al di sopra della superficie marina o terrestre) rimane al di sotto dei 17 metri al secondo (circa 63/70 km/h). - TEMPESTA TROPICALE ( tropical storm )Distinta circolazione rotatoria con venti che soffiano tra 71 e 135 Km/h.- URAGANO (hurricane)Pronunciata circolazione rotatoria con venti che soffiano oltre 135 Km/h.
La depressione tropicale e la tempesta tropicale rappresentano spesso lo stadio iniziale, o finale, di un uragano.
Gli uragani hanno luogo in varie parti del mondo e sono chiamati con nomi diversi:HURRICANE ( Uragano ) - nella zona Atlantica e del Golfo del MessicoTIFONE - nella zona dell’Oceano Pacifico Settentrionale (Giappone) CICLONE - nella parte settentrionale dell'Oceano Indiano (India)WILLY WILLY - in Australia
In tutte le altre regioni si usa comunemente il termine Uragano.
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IL PAPOCCHIO

La commedia "Samy Fayad", autore teatrale e radiofonico oltre che giornalista, nasce a Parigi nel 1925, da genitori libanesi. Vive undici anni in Venezuela e all'età di tredici anni si trasferisce a Napoli, trovando nella napoletanità il terreno fertile per i personaggi, i costumi e l'ambiente delle sue commedie. Muore a Napoli nel 1999.In Italia il teatro di Fayad è stato portato in scena con grande successo da nomi quali Peppino De Filippo, Nino Taranto, Regina Bianchi, Beppe Barra, ed è stato tradotto e rappresentato oltre confine. Il Papocchio fu rappresentata per la prima volta a Napoli nel 1970 dalla compagnia di Nino Taranto. L'azione si svolge nello studio dell'avvocato Russolillo, incredulo testimone di situazioni paradossali che porteranno al parziale dipanarsi dell'ingarbugliata matassa di momenti comici che lasciano di tanto in tanto spazio alla riflessione sull'amarezza della condizione umana.
Dedicata a VITO D'AGOSTINO, amico e regista, che per primo ha portato in scena, nella città di Gravina in Puglia, Il PAPOCCHIO di Samy Fayad!
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MANGIARE CON GLI OCCHI

Sono un guardiano del gregge. Il gregge sono i miei pensieri. E i miei pensieri sono tutti sensazioni. Penso con gli occhi e con le orecchie E con le mani e coi piedi E con il naso e con la bocca.. Pensare un fiore, è vederlo e respirarlo. E mangiare un frutto è saperne il senso. Ecco perché quando un giorno di caldo Mi sento triste di goderne tanto, E mi stendo completamente nell'erba, ...E chiudo gli occhi che bruciano, Sento che tutto il corpo è steso nella realtà, So la verità e sono felice. Tu dici, vivi nel presente; Vivi solo nel presente. Ma io non voglio il presente, voglio la realtà: Voglio le cose che esistono, non il tempo Che le misura. Cos'è il presente? È qualcosa di relativo al passato e al futuro. È una cosa che esiste in funzione dell'esistenza Di altre cose. Ma io voglio la sola realtà, le cose senza presente. Non voglio includere il tempo nel mio schema. Non voglio pensare le cose in quanto presenti: Le voglio pensare in quanto a cose. Non le voglio separare da esse stesse, Trattandole come presenti. Non dovrei nemmeno trattarle come reali. Non dovrei trattarle affatto. Dovrei solo vederle, semplicemente vederle; Vederle fino al punto di non poterle pensare, Vederle fuori dal tempo, fuori dallo spazio, Vederle con la facoltà di toglier tutto tranne il visibile. Ecco la scienza del vedere, che non è scienza. Fernando Pessoa

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OCCHIO DI PESCE

In fotografia, un fish-eye o fisheye (letteralmente: occhio di pesce) è un obiettivo fotografico o cinematografico grandangolare estremo (o ultragrandangolare) che abbraccia un angolo di campo non minore di 180° (esistono infatti fisheye che abbracciano angoli di campo superiori a 180°).
Ho visto tanti occhi nella mia vita, tanti. Occhi profondi di uomini e donne che hanno sofferto, occhi di chi deve spesso prendere decisioni importanti, occhi di imbroglioni e di ladri.Io guardo molto gli occhi, ma sbaglio nei giudizi alle volte come tutti.Una volta ho visto gli occhi di una donna sotto le scale, con sua figlia.Ecco quelli erano occhi di una purezza unica, sinceri, limpidi e pieni di vita.Li ho ancora addosso dopo questo tempo quegli occhi.Ho visto occhi di chi mi chiedeva aiuto e occhi di chi mentiva.Mia mamma diceva che io ho gli occhi di un pesce lesso, non mi è mai piaciuta questa cosa, ma la gente dice che non è così.Sono marrone scuro i miei occhi, forse, sono un macello non so come sono i miei occhi.Ho visto tanti occhi e alcuni buoni e dolci, occhi di bambini, di uomini, di donne e dentro ho visto le storie che a volte racconto. Già perché io le storie le vedo negli occhi della gente e vedo spesso tanta tenerezza e tanta paura.
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OCCHI DI GATTO

Tre ragazze bellissime tre sorelle furbissime son tre ladre abilissime molto sveglie agilissime. Con astuzia e perizia ed unendo sempre un poco di furbizia riescon sempre a fuggire e nel nulla sparire. (sparire) Oh Oh Oh Occhi di gatto Oh Oh Oh Occhi di gatto è questo il nome del trio compatto son tre sorelle che han fatto un patto. Oh Oh Oh Occhi di gatto Oh Oh Oh Occhi di gatto Ecco ha colpito là , di soppiatto fuggendo poi con un'agile scatto Occhi di gatto un'altro colpo e' stato fatto Tre ragazze bellissime tre sorelle furbissime son tre ladre abilissime molto sveglie agilissime. Con astuzia e perizia ed unendo sempre un poco di furbizia riescon sempre a fuggire e nel nulla sparire. (sparire) Oh Oh Oh Occhi di gatto Oh Oh Oh Occhi di gattoè questo il nome del trio compatto son tre sorelle che han fatto un patto.Oh Oh Oh Occhi di gatto Oh Oh Oh Occhi di gatto Ecco ha colpito là , di soppiatto fuggendo poi con un'agile scatto Occhi di gatto un'altro colpo e' stato fatto. Oh Oh Oh Occhi di gatto Oh Oh Oh Occhi di gatto è questo il nome del trio compatto son tre sorelle che han fatto un patto.Oh Oh Oh Occhi di gattoOh Oh Oh Occhi di gattoEcco ha colpito là , di soppiatto fuggendo poi con un'agile scatto Oh Oh Oh Occhi di gatto Oh Oh Oh Occhi di gatto è questo il nome del trio compatto son tre sorelle che han fatto un patto. Oh Oh Oh Occhi di gatto Oh Oh Oh Occhi di gatto è questo il nome del trio compatto son tre sorelle che han fatto un patto. Oh Oh Oh Occhi di gatto Oh Oh Oh Occhi di gatto è questo il nome del trio compatto son tre sorelle che han fatto un patto.son tre sorelle che han fatto un patto.
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COLPO D'OCCHIO

Un triangolo amoroso in chiave thriller che riflette sul rapporto tra critico e artista.L'ascesa nel mondo dell'arte del giovane e ambizioso scultore Adrian è favorita da un critico d'arte cinquantenne, Lulli, al quale Adrian soffia anche la fidanzata. La situazione è destinata a precipitare. Adrian Scala è un giovane scultore che, fin dalla sua prima esposizione a Roma, viene notato da Gloria, giovane studiosa d'arte e amante dell'importante critico Pietro Lulli che ben presto Gloria lascia per Adrian. Lulli però sembra non volergliene e decide di aiutare la carriera del ragazzo. Ma non tutto è come appare e il gioco delle rivalità sotterranee ben presto comincerà a farsi complesso.Se è vero quanto afferma Aristotele e cioè che un'opera d'arte è vera e finta al contempo Colpo d'occhio va ascritto alla categoria. Perché (Rubini ha troppa esperienza per non saperlo) l'opera d'arte va al di là di ciò che chi l'ha creata pensa debba significare, obbligando l'autore a riflettere (anche se non necessariamente a concordare) quando chi se ne occupa (il critico) può averne una percezione diversa. Ecco allora che chi ha amato la materialità polverosa de La terra può non apprezzare la 'finzione' di un film che si conclude in un teatro antico dopo aver inanellato, specialmente nella seconda parte, una serie di colpi di scena a volte prevedibili. Ma proprio lì sta il gioco della finzione a cui gioca Rubini/Lulli. In quella sagoma che chiude il film troviamo la definizione quasi geometrica di ciò che nell'opera precedente si traduceva in frantumazione di un nucleo sociale. Rubini, che lo voglia o no, è intervenuto consapevolmente su un tema che il cinema italiano o ha trascurato o ha trattato come punto di partenza per altri percorsi (penso ad esempio al quadro di Le fate ignoranti). Il rapporto tra il critico d'arte e l'artista è inevitabilmente un gioco di sovrapposizioni in cui ognuno inizialmente 'finge'. Il secondo simula di poter essere autonomo, il primo di elargire la propria benevolenza pigmalionica. Ma è su questa duplice finzione che Rubini lavora (narrativamente complice una Vittoria Puccini il cui nudo integrale, liberato dalle catene da atelier della Béart de La bella scontrosa, fa pensare a una pre-scultura da catturare come immagine non definitiva). Consapevole però di offrire al contempo una verità. In particolare quella di un rapporto di dominio in cui chi possiede le leve del potere mediatico può elevare o abbattere a proprio piacimento. La scena al ristorante in cui Scala deve decidere se farsi ammettere definitivamente a corte oppure riacquisire la propria dignità è carica di una tensione tangibile. È come se in quel momento tutta la fisicità dell'opera dello scultore dovesse trasformarsi nelle parole che il critico sa manipolare così bene nonostante la sua sterilità (anche riproduttiva). Da quella scelta dipendono gli sviluppi di una vicenda in cui la decisione di andare talvolta narrativamente sopra le righe non è accidentale ma voluta. È come se l'impronta sulla sfera (fondamentale la collaborazione di Gianni Dessì) divenisse quasi un logo del film: il coraggio di imprimere un segno indipendentemente dalla lettura e dall'uso che altri potranno farne. Il cinema è anche questo e ben vengano (in Italia) i registi che ancora se lo ricordano. ...continua a leggere

OCCHIO DI BUE

La frolla di questi pasticcini chiamati "occhio di bue" è peculiare, estremamente burrosa, ma per questa ragione friabilissima e scioglievole, davvero ottima! Il ripieno è quello tradizionale, confettura di albicocche, ma si prestano a molteplici varianti, da altre marmellate, alla Nutella, ad una crema al limone.
PASTINE "OCCHI DI BUE"
Ingredienti:
375 g. di farina125 g. di zucchero250 g. di burro2 tuorli1/2 bustina di vanillina la buccia grattugiata di mezzo limone
Per farcire:
confettura di albicocche
Impastare velocemente gli ingredienti come per fare la pasta frolla. Far riposare in frigorifero per almeno 2 ore.
Iniziare a confezionare le pastine lavorando l'impasto poco per volta, tenendo il resto in frigorifero in modo che non si riscaldi.
Stendere la pasta ad uno spessore di circa 5mm, con un tagliapasta ricavare dei dischi pieni del diametro di 5cm.Da metà dei dischi tagliare il centro con un tagliapasta di diametro inferiore.In questo modo avremo dei dischi pieni e delle corone circolari con lo stesso diametro esterno.
Cuocere in forno a 180° per una decina di minuti facendo attenzione che non si colorino troppo; conviene infornare prima le basi (dischi pieni) e poi le parti superiori (corone circolari) in modo che abbiano la stessa cottura.
Comporre quindi le pastine disponendo su ogni disco uno strato di confettura di albicocche, ricoprire con una corona spolverizzata di zucchero a velo. Per comporli al meglio, mettere la marmellata sui cerchi senza foro, più al centro, mentre ai bordi spennellare solo un , giusto perchè aderisca, altrimenti la marmellata esce dai bordi.
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OCCHIO DI PELLARO

Pèllaro (Pèddhuru in reggino) è la XV circoscrizione del comune di Reggio Calabria e con circa 30.000 abitanti è il quartiere più a sud della città.
La zona abitata sin dai tempi della Magna Grecia è sempre rientrata nella sfera politica di Reggio.
Con la conquista della città nel 272 a.C. da parte dei romani, la zona di Pellaro divenne con i suoi grandi boschi il cuore dell'attività secondo cui Rhegium doveva fornire a Roma un determinato numero di navi da guerra.Inoltre sulla costa, precisamente nell'insenatura di Occhio, sorgeva un porto importante per i traffici con l'oriente.
Nel 1908 il terremoto-maremoto che colpì Reggio Calabria interessò pesantemente anche Pellaro: sul paese si abbatterono onde alte fino a 13 metri che, sommate al movimento tellurico, rasero al suolo il paese e causarono oltre un migliaio di vittime pellaresi.
Pellaro è una zona turistica con le sue spiagge, e produce dell'ottimo vino (Pellaro IGT) che viene prodotto sfruttando le zone dei vigneti utilizzate sin dai primi coloni greci.
Morfologicamente l'area di presenta come una zona collinare che degrada dolcemente verso il mare, formando una baia naturale, dove nel '500 sostò anche la flotta che avrebbe sostenuto la battaglia di Lepanto.
La "punta" e la "conca" con lo sfondo dell'Etna, rappresentano il principale elemento caratterizzante della zona di Pellaro.
Tratto in parte da Wikipedia. ...continua a leggere

LONTANO DAGLI OCCHI LONTANO DAL CUORE

Secondo un proverbio africano “Il cammino attraverso la foresta non è lungo se si ama la persona che si va a trovare”. La parola lontananza tanto nel suo significato di distanza fisica come nel significato di distanza spirituale includerebbe la caratteristica di relatività. Alcuni tra i seguenti aforismi sulla lontananza ne sono una conferma.
Non c’è dolore più grande della perdita della terra natia. Euripide.
La lontananza rimpicciolisce gli oggetti all’occhio, li ingrandisce al pensiero. Arthur Schopenhauer.
Ogni separazione ci fa pregustare la morte; ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione. Arthur Schopenhauer.
Come arrivano lontano i raggi di una piccola candela, così splende una buona azione in un mondo malvagio. William Shakespeare.
Il riso è la distanza più corta tra due persone. Anonimo. Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare. Friedrich Nietzsche.
Ci sono delle attrattive che possono essere ammirate solo da lontano. Samuel Johnson.
L’amore è cieco, ma sa vedere da lontano. Proverbio Russo. Così noi viviamo, per sempre prendendo congedo. Rainer Maria Rilke.
Se vi separate dall’amico, non addoloratevi, perché la sua assenza vi illuminerà su ciò che in lui amate. Kahlil Gibran.
Più lontani si va e meno si apprende e ci si avvicina alla verità. Per questo l’uomo saggio non cammina e arriva. Lao Tzu.
Una distanza materiale non potrà mai separarci davvero dagli amici. Se anche solo desideri essere accanto a qualcuno che ami, ci sei già. Richard Bach.
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OCCHI DI DONNA: FRASI PER CONQUISTARE UNA FEMMINA

I tuoi occhi li paragono a due stelle, piu li vedo e piu luccicano; mi hanno accecato dal primo giorno che ti ho visto.

Lo sguardo profondo dei tuoi occhi, l'odore inebriante della tua pelle, la forza delle tue forme, il basso suono della tua voce. Tutto fa vibrare il mio desiderio per te. E nell'attesa dell'incontro pensieri soavi percorrono la mia mente.

I tuoi occhi sono il cielo d'estate, la tua pelle la neve d'inverno. I tuoi capelli sono i colori caldi dell'autunno e il tuo sorriso la primavera. Quattro stagioni per dirti sempre: TI AMO.

I tuoi occhi, amor mio, sono graziose farfalle in un perenne verde.Essi sono due perle su un fondo di madreperla, avide senza posa, del blu del mare.

I tuoi occhi sono al di la` di quanto possono le mie parole, di cio` che esprime il mio intuito, un meraviglioso universo ove s’inabissa il mio sguardo senza mai poterne attingere le arcane profondita`.

Vorrei essere una tua lacrima, così potrei accarezzarti lentamente, vorrei essere un goccia di sangue, così potrei attraversarti tutto il corpo per arrivare al tuo cuore.
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POESIA: OCCHI CERULI

La sola verità e che i tuoi occhi di cielo
mi raccontano il mare l'infrangersi di onde
il respiro che mi toglie la parola.
Verità cruda e nuda che come una lacrima
tracima dolente quale inutile sospiro
tra il dire e il non dire.
Dai tuoi occhi ceruli ho avuto mestizia
inconsolata realtà.
Rimangono solo ricordi e i tuoi occhi
come un fiume in piena, rigoglioso,
inarrestabile corre verso il mare.
Negli occhi la libertà dei miei pensieri
la melodia di un' anima
occhi di cielo infinito.
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venerdì 7 agosto 2009

SENTIMENTO: SI RIDE INSIEME (parte sesta)

Primo giorno di scuola, in una scuola Americana, la maestra presenta alla classe un nuovo compagno arrivato in USA da pochi giorni: Sakiro Suzuki (figlio di un alto dirigente della Sony).Inizia la lezione e la maestra dice alla classe:“Adesso facciamo una prova di cultura. Vediamo se conoscete bene la storia americana.Chi disse: “Datemi la libertà o datemi la morte”?La classe tace, ma Suzuki alza la mano.“Davvero lo sai, Suzuki? Allora dillo tu ai tuoi compagni!”“Fu Patrick Henry nel 1775 a Philadelphia!”.“Molto bene, bravo Suzuki!”“E chi disse: "Il governo è il popolo, il popolo non deve scomparire nel nulla”?Di nuovo Suzuki in piedi: “Abraham Lincoln nel 1863 a Washington!”.La maestra stupita allora si rivolge alla classe: “Ragazzi, vergognatevi, Suzuki è giapponese, è appena arrivato nel nostro paese e conosce meglio la nostra storia di voi che ci siete nati!”Si sente una voce bassa bassa: “Vaffanculo a ’sti bastardi giapponesi!!!”.“Chi l’ha detto?” chiede indispettita la maestra.Suzuki alza la mano e, senza attendere, risponde: “Il generale Mac Arthur nel 1942 presso il Canale di Panama e Lee Iacocca nel 1982 alla riunione del Consiglio di Amministrazione della General Motors a Detroit”.La classe ammutolisce, ma si sente una voce dal fondo dire: “Mi viene da vomitare!”“Voglio sapere chi è stato a dire questo!!” urla la maestra.Suzuki risponde al volo: “George Bush Senior rivolgendosi al Primo ministro Giapponese Tanaka durante il pranzo in suo onore nella residenza imperiale a Tokyo nel 1991”.Uno dei ragazzi allora si alza ed esclama scazzato: “Succhiamelo!”.“Adesso basta! Chi è stato a dire questo?” urla inviperita la maestra.Suzuki risponde imperterrito: “Bill Clinton a Monica Lewinsky nel 1997, a Washington, nello studio ovale della Casa Bianca”.Un altro ragazzo si alza e urla: “Suzuki del cazzo!”.“Valentino Rossi rivolgendosi a Ryo al Gran Premio del Sudafrica nel Febbraio 2005”.La classe esplode in urla di isteria, la maestra sviene.Si spalanca la porta ed entra il preside: “Cazzo, non ho mai visto un casino simile!”“Silvio Berlusconi, luglio 2008, nella sua villa Certosa in Sardegna”. ...continua a leggere

SENTIMENTO (parte quinta)

Per molti l'amicizia è poterti sfruttare, raggirare e cadere nella meschinità. Io sto bene con me stesso, sono amico di tutti, sempre pronto a dare un consiglio e tendere la mano. L'amicizia è come una parola magica equivalente alla più bella melodia che ci sia. Le sue note sono la fiducia, il coraggio, il sostegno, il giusto, il rimprovero fatto con cuore e un caldo abbraccio.Ci sono e ci sarò sempre per tutti voi amici miei, perchè il sentimento che nutro per il prossimo nasce dal profondo del mio cuore, immarcescibile nel tempo. ...continua a leggere

SENTIMENTO (parte quarta)

L'amicizia è un sentimento splendido che è basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca! Le amicizie vere sono quelle che si stabiliscono quando si raggiunge la maturità, quando sei abbastanza "grande" da capire il reale peso ed importanza di queste persone. L' amico e colui che non ti giudica e ti accetta come sei. Un amico deve avere la capacità di esserti vicino nei momenti di tristezza. Secondo voi si può essere amici fra persone molto diverse fra loro, oppure fra due brave, due cattive, una si e l'atra no? In teoria tutti potrebbero essere amici purchè vi siano elementi comuni. Ma a mio avviso essere troppo uguali in un rapporto d'amicizia, crea molta monotonia e ben vengano le diversità se ti aiutano a crescere e a star bene. Questa è una tematica, non semplice e ne facile da attuare. Ho sempre dato la massima fiducia, non sono mai stato invidioso, ho amato sempre il mio prossimo, e quando ho potuto ho dato senza pretendere nulla in cambio. Ma non ha mai funzionato, forse perchè non mi sono mai fatto sotto mettere, ho seguito sempre quello che m'ispirava il mio essere, non ho mai fatto parte di un gregge, perchè ho sempre respirato la stessa aria sana e pura, senza mai scendere a compromessi, sono un essere libero e non tollero le ingiustizie. ...continua a leggere

SENTIMENTO (parte terza)

Amicizia è riconoscere nell'altro il nostro stesso sguardo, ma tenere presente che esso è una persona ben differente da noi.Bisogna amare i nostri amici così come sono, senza cercare di cambiarli per renderli come noi li vorremmo, perché l'amicizia è anche piena accettazione dell'altro, sia dei suoi difetti che delle sue qualità.Nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di lacrime. Ma ci sono giorni pieni di amicizia e amore che ci danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni...!!! ...continua a leggere

SENTIMENTO (parte seconda)

L'amicizia è un sentimento spontaneo, che nasce come una scintilla,quando incontro la persona che poi diverrà mio amico/a , lo percepisco subito a "pelle", a volte capita che l'amicizia non la si vive con la stessa intensità da ambo le parti e questo è motivo di sofferenza. Si sa, ognuno di noi è il frutto di esperienze vissute, quindi la risposta non è uguale per tutti, sicuramente però può crescere se si cura, se si alimenta,io la paragono ad un albero. Un albero ha bisogno di radici, di luce, di sole e di acqua altrimenti avvizzisce e secca.L'amicizia deve essere sempre data gratuitamente e mai rinfacciata. Se noi facciamo un gesto gentile verso il nostro amico non dobbiamo aspettarci di essere ricambiati, ma essere felici di poter essergli stati d'aiuto nel momento in cui aveva bisogno di noi. ...continua a leggere

SENTIMENTO (parte prima)

L'amicizia è un sentimento di affetto vivo reciproco, insieme all'amore è uno degli stati emozionali fondanti della nostra vita sociale. A differenza dell'amore (si può amare una persona senza essere corrisposto), l'amicizia è un rapporto alla pari, basato sulla stima rispetto e disponibilità reciproca, che non pone vincoli sulla libertà di comportamento delle persone coinvolte.Il tema dell'amicizia fu trattato da Cicerone, Aristotele e tanti altri filosofi, nonchè oggetto di testi letterari, opere liriche, canzoni.Ci sono varie "gradazioni e sfumature" nei modi di intendere l'amicizia.Ogni essere umano la vive in un modo sicuramente unico, come unico e irripetibile è l'uomo.Per quanto mi riguarda l'amicizia l'ho sempre vissuta in maniera importante ad ogni età della mia vita. ...continua a leggere

lunedì 3 agosto 2009

LA PERFEZIONE

Un post perfetto dipende in gran parte dal contenuto più che da come è scritto. Deve essere originale, ben redatto e interessante da leggere. Mentre per la originalità e il contenuto non si può fare molto e tocca ad ogni blogger metterci del suo, si possono ipotizzare delle direttive perché almeno sia “costruito” per essere perfetto. 1.Il titolo:Un post perfetto parte dal titolo. Il titolo ha la funzione di attirare il lettore verso il contenuto. Deve quindi essere descrittivo ma abbastanza corto e accattivante ma non troppo enigmatico. Scrivere bei titoli è considerata da molti un’arte; con un buon titolo siete a metà del post.2.L’incipit:L’incipit è l’inizio del post. È importante perché se l’incipit è noioso o poco chiaro l’attenzione del lettore verrà subito meno. Un lettore poco interessato sarà serio candidato a lasciare il post a metà ed abbandonare il blog. Destate l’attenzione facendo domande, evocando scene immaginarie o gettando il lettore immediatamente nel mezzo dell’azione. Non c’è bisogno di girare intorno all’argomento e “prenderlo alla larga”, andate pure subito al punto, senza troppi giri di parole. 3.La lunghezza:La lunghezza ottimale per un post è di 250-300 parole. Meno sarebbero poche e sono un sintomo del fatto che l’argomento non è stato sviscerato a dovere. Più di 300 parole rischiano di appesantire la lettura. Ovviamente ci sono post che richiedono più parole come altri richiederanno meno, sono delle eccezioni che possono capitare. Se il post è veramente molto lungo (intorno alle 800-1000 parole), sarebbe bene dividerlo in due o più post. Cercate il punto adeguato per dividerlo, senza dover far aspettare il lettore per delle informazioni interessanti. Dividetele tra i due post, in modo di dare valore alle due parti.4.La chiarezza:Un post perfetto deve essere chiaro. Non sapere scrivere troppo bene non è un problema, sempre che siate chiari. Un blog non è un romanzo, non c’è bisogno di essere scrittori per scrivere dei post, bisogna però avere la capacità di farsi capire e trasmettere senza fraintendimenti il messaggio che volete dare.5.La facilità da leggere:Leggere un lungo blocco di testo affatica la vista. Potete facilitare la lettura dividendo il post in paragrafi e usando liste puntate, numerate e grassetto. Questa formattazione ha inoltre il pregio di rendere il post leggibile molto velocemente, soffermandosi solo sui punti evidenziati che saranno quelli più importanti. I blogger più frettolosi o a cui piace solo avere l’informazione ve ne saranno grati. Potete anche aggiungere una foto che avrà il compito di attirare l’attenzione e rendere più vivace l’articolo.6.Essere on-topic:Un post perfetto deve parlare dell’argomento del blog. Ogni tanto si può uscire fuori topic ma non sarà un post perfetto. Tra le altre cose perché gli annunci AdSense non saranno a tema e probabilmente non verranno cliccati. 7.La citazione delle fonti:Se apportate dei dati o dei fatti per avvalorare il contenuto del vostro post, citate le fonti. Se citate un altro blogger, linkatelo. Se prendete spunto da un altro post per scriverne uno simile o derivato, citate il post originale. Ci sono sempre occasioni per linkare altri post, fatelo senza paura perché starete dando ai lettori valore aggiunto.8.La vostra opinione:Non limitatevi a riportare una notizia o a dare i soliti consigli che danno tutti. Date la vostra opinione. Una volta saputi i fatti chi vi legge vorrà sapere cosa ne pensate e dire la sua, se siete sufficientemente originali e date la vostra opinione senza paura né condizionamenti guadagnerete la fiducia dei vostri lettori9.Il valore del contenuto:Un post perfetto apporta qualcosa a chi lo legge. Se scrivete bene e seguite le nove regole restanti in questa lista ma non apportate nulla al lettore, non gli fornite uno spunto, un’occasione per riflettere o un consiglio concreto su come migliorare il suo blog, sarà un post inutile.10.La validità del contenuto:Il post perfetto può essere letto oggi o tra molti anni e continuerà ad essere attuale. Può essere riesumato dall’archivio e non avrà perso il suo valore. Sarà linkato a distanza di tempo e apporterà ancora valore aggiunto al post che lo linka. È un post che non si svaluta mai. Gli inglesi lo chiamano timeless, senza tempo. ...CONTINUA A LEGGERE